Il mercato di Khan El Khalili:un dedalo di viuzze sempre affollate...

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  1. kiccasinai
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    imageIL MERCATO DEL KHAN EL-KHALILI image

    Quando si visita un paese arabo non si puٍ non andare al suk, il bazaar, una tradizione leggendaria. E' l'enstensione della vita dei vicoli. Al Cairo il mercato più grande si chiama Khan el-Khalili, cioè "Il mercato di Khalil", dal nome del sultano Giarkas el-Khalil che nel 1382 lo fondٍ per vendere vestiti, pietre preziose, cotone e oggetti dall'India e dalla Persia.
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    Originariamente "khan" significa caravanserraglio e "El-Khalili" si riferisce al sultano mamelucco Amir Jarkas El-Khalil, il fondatore; in seguito il sultano mamelucco Qansuh El-Ghuri (1501-1516) nel 1511 ricostruى l'area su larga scala dando l'odierna configurazione al Khan El-Khalili.
    Egli lo fece con l'intenzione di arricchire la vita economica del Cairo e infatti divenne il più grande mercato del periodo mamelucco.
    Sotto l'Impero Ottomano e durante la seconda metà del 18° secolo il mercato si estese per un totale di 5500 metri quadri, tutti attorno al nucleo centrale del Khan el-Khalili, includendo Margush, Gamaliya, Sagha, Al-Azhar, Ghuriya, Hamzawi e Muayyad.
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    Oggi questo mercato, il cui fascino del bazar arabo continua a vivere, è un complesso commerciale di oltre 1000 negozi e piccole fattorie di artigianato, vetro, argento, ottone, legno e pelle, un dedalo di viuzze sempre affollate, muli carichi di legna, bombole a gas da vendere, carretti tintinnanti di bicchieri e bibite, musiche popolari diffuse da vecchie radio che si accavallano allo scoppiettio dei motori di macchine e motorini che si districano a fatica tra la gente che si sposta con lentezza atavica, voci che si mescolano alla cantilena del muezzin: è una realtà da cui si resta storditi e affascinati.
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    Khan Khalili non è soltanto il bazaar più favoloso del Medio Oriente, ma è soprattutto un mondo estremamente civile popolato di artigiani impareggiabili e di mercanti nel senso più vero del termine.
    Acquistare significa negoziare secondo un rituale aristocraticamente antico, sorseggiando un tè alla menta e parlando di tutto eccetto dell'oggetto in questione.
    Qui è possibile capire l'indole cairota: il tempo sembra avere un significato diverso rispetto al nostro, è un tempo immobile.

    il "Cafè Fishawi",
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    passaggio obbligato per sentirsi dentro il Cairo ed ascoltare il suo cuore antico: è qui che si passano ore serene respirando l'odore dell'incenso, delle erbe esotiche e dei profumi, fumando il narghilè con l'aroma del tabacco alla mela, sorseggiando un profumato tè alla menta o un caffè turco tra sguardi muti che s'incrociano tra i fumi del narghilè alla mela.
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    E ancora a passeggio nel grande bazaar, perdersi tra la folla e le vetrine, guardando i mille oggetti caratteristici come la mashrabeya, la tipica lavorazione del legno usata negli harem, le monumentali porte, i tetti delle case: la storia traspare ossessionatamente da ogni singola pietra: tutto questo è il Khan el-khalili che affascina turisti e locali nel suo vortice di storia e tradizioni.
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    Edited by kiccasinai - 20/4/2008, 16:14
     
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  2. kiccasinai
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1 replies since 22/9/2005, 13:31   2769 views
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